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Da Roccelletta a Soverato,

nel mitico mare di Ulisse

 

di Vincenzo Pitaro

 

Una spiaggia, una focaccia, una birra e un po’ di luna. L’estate giovane, da Roccelletta a Soverato, da Davoli a Sant’Andrea Marina, è tutta qui.

«Ma noi siamo contenti perché stiamo insieme, facciamo gruppo e ci divertiamo», dicono i giovani.

Poco distante, stessi ingredienti. Con un tocco di iniziativa «manageriale», sono gli adulti a tenere banco con un’organizza­zione dettagliata, che permette qualche comodità: tavolini e sedie pieghevoli, frigo portatili («per l’anguria che va mangiata freschissima»), termos pieni dell’ottimo vino bianco locale e un immancabile falò.

Poi, piatti di spaghetti al profumo di mare, pesce rosolato sul piccolo barbecue da campeggio e, per concludere, solenni scorpac­ciate di anguria.

Si gioca, si canta e si passa la notte in riva al mare. La «Costa dei Saraceni», o la «Riviera di Nausicaa», come più di qualcuno ama definirla, dunque, vive la sua calda estate lungo la spiag­gia, in maniera un po’ tradizionale.

«Quest’anno ci siamo organizzati meglio», dice un gruppo di professionisti di Sant’Andrea Marina, «per far fronte alle ondate di caldo torrido, a quelle tipiche nottate in cui è davvero difficile riuscire a dormire. Sicché abbiamo preparato una «dotazione di emergenza» e quando il gran caldo si fa avanti si dà un colpetto di telefono ai parenti o agli amici, si carica la macchina e di corsa tutti in spiaggia».

Una specie di «family force», si direbbe, che da queste parti entra in azione di «pronto intervento» per l’emergenza «tropica­le».

Ecco uno dei tanti motivi per il quale i turisti, in particolar modo stranieri, sembrano preferire il camping. Qualche campeggio nelle vicinanze di Sant’Andrea Marina, infatti, ospita già olan­desi e austriaci. «Ci piace di più il contatto diretto con la natura, una cena sotto le stelle», dice Jankees Ouwerkerk, 33 anni, professoressa di Biologia, di Friesland, nell’Olanda del Nord. E aggiunge: «A noi piace anche il vostro patrimonio cultu­rale. Abbiamo girato a lungo qui, per gustare Soverato antica, la basilica normanna di Roccelletta, l’architettonico centro di Badolato. Veniamo ogni anno in Italia ma questa è la prima volta che ci troviamo nella splendida Calabria».

Salvatore Giampietro, pensionato milanese di 60 anni, invece, è proprio un «aficionado» del camping. Era già venuto negli anni passati in Calabria ed è tornato, riuscendo a trascinarsi dietro anche Giacinto Vago, un pasticciere di 52 anni, anch’egli lombar­do (proviene da Varese, ci sia consentito ricordarlo, proprio dal cuore della Lega di Bossi).

«Gli ho detto, vieni giù con me che ti faccio mangiare delle specialità che non hai mai assaggiato», racconta il signor Giam­pietro, «e così gli ho fatto conoscere la cucina e i dolci cala­bresi...».

Insomma, come dire?, l’ha proprio preso per la gola.

«Mi piace il senso di libertà e l’atmosfera familiare di questi posti, perciò mi sono fermato volentieri», esordisce Vago. «Sono rimasto sorpreso soprattutto dall’ospitalità, dall’affetto dei calabresi, mentre in molte altre località balneari del Nord ormai ci trattano con una certa indifferenza». «Prima, da una regione all’altra, eravamo i benvenuti», si lamenta col sorriso sulle labbra il signor Vago, «ora forse il benessere economico ha fatto cambiare anche l’accoglienza».

Sembra strano, ma questi problemi non interessano più di tanto Daniela, la sedicenne figlia di Giampietro, che viene in Calabria con i genitori da 7 anni. «Io qui riesco ancora a divertirmi», dice, «e a differenza di qualche mio conterraneo, non mi annoio ancora. Tutti pensano che i giovani vorrebbero chissà che cosa, ma a noi basta stare insieme per divertirci. Certo se ci fosse qualche attrattiva in più...».

Già, l’attrattiva. Ce n’eravamo quasi dimenticati. Visto che il mare è pulito e che le spiagge pullulano di bagnanti, ci verrebbe voglia di dire: dateci qualche «attrattiva in più» e... solleve­remo il mondo!

Soverato, Copanello, Pietragrande, Montepaone Lido, ecc., d’al­tronde, non costituiscono già di per sé delle attrattive? Il loro fascino non basta? Avrebbero potuto costruire maggiori fortune turistiche e non l’hanno fatto?

Beh, forse sarebbe più esatto dire che non hanno potuto farlo. «La proprietà fondiaria a ridosso della costa», spiega qualcuno, «era molto frazionata per consentire un minimo di programmazione».

In un’epoca nella quale scarseggiavano anche gli strumenti urba­nistici, c’è stato un proliferare di villette private che ha presto reso satura, ad esempio, la zona di Montepaone Lido o di Caminia, nel comune di Stalettì, precludendo ogni altro discorso di tipo imprenditoriale. La costruzione di tali villette, in pratica, avrebbe alimentato per qualche anno il settore edilizio ma poi, sul piano turistico, non ha prodotto niente.

«Montepaone Lido, addirittura», osserva una turista di Brescia, la signora Antonella Perico, «non ha neppure un lungomare! Al suo posto, i privati hanno costruito le loro ville in folta schiera».

Ed ha ragione, la turista. Ma questo è un altro tipo di discorso; un problema che nulla ha a che vedere con la carenza (se di carenza si può parlare) delle «attrattive». Un termine, questo, piuttosto generico. I villaggi, infatti, ci sono. E le discoteche pure. Anche se, alla fin fine, come fa notare una comitiva di vacanzieri milanesi (dipendenti della Mondadori), «troppe attrat­tive potrebbero far perdere la caratteristica peculiare di queste zone... Chi trascorre undici mesi l’anno alle prese con un’assor­dante caos metropolitano ha diritto, nel periodo estivo, di rilassarsi al mare nella maniera più tranquilla, in un silenzio senza tempo e quindi lontano da frastuoni notturni di tipo disco­tecaro...».

Discorsi, questi, che ai giovani, ovviamente, fanno storcere il muso sotto forma di dissenso con i propri genitori. Ma, non c’è che dire, i gusti sono gusti e variano secondo le età.

L’attrattiva maggiore, comunque, da queste parti, è la natura stessa ad offrirla. Su tale punto, almeno, concordano tutti: giovani, meno giovani e anziani. Questo mare, che ha visto appro­dare anche Ulisse, tanto decantato da Pindaro, è ancora inconta­minato ed i suoi colori riescono a sedurre il turista più atten­to.

Ce lo dice anche la giovane Maya Castelletti, 23 anni, milanese in soggiorno con la famiglia a Pietragrande, leggendoci alcuni suoi versi che, proprio in questi giorni, in riva al mare, il cuore le ha dettato. Eccoli, recitano così: «Lunghe pennellate di sole / sulle ampie scogliere di Pietragrande / che cingolano il mare / ora azzurro, ora verde, ora turchino...».

Appaiono così, dunque, questi leggendari luoghi a Maya ed a molti altri turisti che si fermano sui suoi lidi alla ricerca di una vacanza senza problemi. Sono luoghi che hanno fatto e che conti­nuano a far sognare. Basta davvero poco. E, con un po’ di fanta­sia, si può sognare anche quello che non c’è.

 

(Vincenzo Pitaro su Calabria, mensile di notizie e commenti del Consiglio regionale, n° 106)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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